CGU:  MANOVRA FINANZIARIA: LE CASTE NON PAGANO

Martedì, 01 Giugno 2010 21:29
cgu_logoDopo mesi di rassicurazioni sulla tenuta dei conti dell’Italia, sulla ripresa in atto, sulla fiducia di mercati e consumatori, arriva una mazzata economica senza precedenti. E non sarà né sola, né ultima.

A pagare sono sempre gli stessi: lavoratori dipendenti e pensionati, pubblici  e privati, in maniera diretta e indiretta.

Un particolare accanimento si riversa sulla scuola e sui docenti che dovranno sborsare tra mancati rinnovi contrattuali e congelamento dei miseri scatti di anzianità (con effetti però sulla pensione e quindi per tutta la vita) intorno ai diecimila euro e forse più.

Per tutti gli altri il costo si aggira sui 2000 euro a testa più del 10% del reddito  netto di un dipendente pubblico o privato che sia.

A questi costi si aggiungeranno progressivamente le tasse degli Enti Locali che si rifaranno sui cittadini per i tagli che hanno subito ai trasferimenti di risorse da parte dello Stato.

Qualche sindacalista importante ha anche avuto il coraggio di parlare di equità nella manovra che sarebbe stata tale se tutti avessero pagato in proporzione ai loro guadagni, ma così non è.

Il decreto legge è costruito su pochi elementi di tagli di spesa: gli stipendi dei dipendenti pubblici in primis, sui tagli alla sanità, all’assistenza, alla cultura. Tutto il resto è in gran parte fumo per gli occhi che non porterà che modestissimi vantaggi alle casse dello stato.

Le solite caste invece non pagano oppure pagano modestissime percentuali solo su porzioni di reddito. Ai Grandi Dirigenti pubblici si chiede il 10% di ciò che guadagnano OLTRE GLI OTTANTAMILA EURO!  Evidentemente per loro il limite di ottantamila euro rappresenta il minimo vitale!

Vadano a raccontarlo ai pensionati a 600 euro al mese!

La casta dei politici non paga, non pagano nemmeno i loro amici e compari; non pagano i commercianti: neanche un euro; non pagano gli imprenditori: neanche un euro. Non pagano le rendite finanziarie improduttive: neanche un euro.

I costi della politica altissimi sono appena toccati, in realtà non ci hanno nemmeno provato a tagliare privilegi e rendite, (abbiamo più auto blu in Italia che in tutti gli Stati Uniti), però tolgono risorse ai corpi di polizia.

L’unica scelta seria che era stata posta in essere, quella di tagliare ENTI INUTILI come le province, prima si è ridotta alla buffonata di quelle dieci sotto i 220.000 abitanti poi non niente.

Eppure è ormai sentire comune, una certezza di tutti  che LE PROVINCE NON SERVONO AI CITTADINI, IN REALTA NON SERVONO NEMMENO LE REGIONI, che sono solo luoghi di moltiplicazione infinita di spesa, di clientela politica ed elettorale.

Basterebbe eliminarle TUTTE per avere un debito pubblico dimezzato.

La corruzione continuerà a vivere prospera senza lacciuoli e continuerà a bruciare 60 miliardi di euro all’anno che finiranno regolarmente nei conti esteri.

L’evasione fiscale, 200 miliardi di euro l’anno, non sarà toccata minimamente, questa manovra economica infatti ne parla, ma non mette in campo alcun serio strumento di contrasto.

Una manovra iniqua che schiaccia le categorie deboli, non aiuta la crescita economica del paese, non cambia le prospettive, una manovra che renderà la maggior parte dei cittadini più poveri, non soltanto di soldi, ma di cultura e di tutele, mentre alcune categorie sociali rimarranno ben protette e continueranno impunemente ad accumulare profitti anche grazie alla crisi economica.



Roma, 31 maggio 2010

Il Segreteraio Generale

Prof. Alessandro Ameli
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