Sul tavolo di discussione, il nodo dei precari e le immissioni in ruolo: “Siamo profondamente delusi – spiega Di Meglio – per la mancanza di sensibilità dimostrata dal Governo che non ha inserito la norma sugli ammortizzatori sociali per i precari all’interno del decreto anti-crisi. Eppure – sottolinea il coordinatore nazionale della Federazione – si sarebbe trattato di un provvedimento che non avrebbe comportato alcuna spesa aggiuntiva per le casse dello Stato e che, però, avrebbe dato una boccata di ossigeno a tantissimi colleghi precari”.
Solo una Regione, la Sardegna , ad oggi, è intervenuta con stanziamenti a favore dei precari, unanime è stato l’auspicio affinché l’esempio venga seguito.
Di Meglio, inoltre, pur apprezzando l’impegno del ministero per ottenere le nomine, giudica “non proporzionato” il numero di posti resi disponibili per le immissioni in ruolo del personale Ata rispetto a quelli stabiliti per i docenti, 8000 per ciascuna delle due categorie: “Nutriamo massimo rispetto per il lavoro svolto dal personale Ata – puntualizza il coordinatore della Gilda – ma, considerato che nelle scuole il rapporto è di un operatore ogni tre insegnanti, ci sembra una decisione piuttosto sbilanciata. E poi 8000 immissioni in ruolo rappresentano una goccia nell’oceano visto che i docenti precari sono circa 100mila”.
Nel corso dell’incontro, inoltre, la Federazione Gilda Unams ha evidenziato il caos provocato dalla mancanza di chiarezza in merito alla questione delle graduatorie: “Ormai i ricorsi non si contano più – afferma Di Meglio – e, perciò, abbiamo chiesto alla Gelmini un intervento da parte del’ufficio legislativo del ministero affinché si colmino i vuoti normativi e i precari, che già vivono una situazione economica molto difficile, non siano più costretti a sobbarcarsi le spese di azioni legali diventate, ormai, una sorta di tassa aggiuntiva”.
Nel corso dell’incontro, inoltre, la Federazione Gilda Unams ha evidenziato il caos provocato dalla mancanza di chiarezza in merito alla questione delle graduatorie: “Ormai i ricorsi non si contano più – afferma Di Meglio – e, perciò, abbiamo chiesto alla Gelmini un intervento da parte del’ufficio legislativo del ministero affinché si colmino i vuoti normativi e i precari, che già vivono una situazione economica molto difficile, non siano più costretti a sobbarcarsi le spese di azioni legali diventate, ormai, una sorta di tassa aggiuntiva”.
Roma, 4 agosto 2009