“Non occorre un consenso informato preventivo, non trova alcun fondamento giuridico – sono le parole del coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti Vito Carlo Castellana – Le scuole già operano nel pieno rispetto della laicità e del pluralismo, progettando attività con criteri di trasparenza e partecipazione.
Introdurre nuovi vincoli significherebbe ridurre la libertà d’insegnamento e l’autonomia scolastica, pilastri della nostra Costituzione.”
La FGU ha ricordato che l’insegnamento della religione cattolica (IRC) non è catechesi né attività di propaganda religiosa, ma una disciplina culturale e formativa che offre agli studenti strumenti per comprendere la dimensione religiosa come fatto storico, artistico e sociale, essenziale per la conoscenza della nostra civiltà e per la costruzione di una cittadinanza aperta e dialogante.
Alla luce di questi principi, la Federazione ha proposto che le attività scolastiche ed extrascolastiche che coinvolgono luoghi o temi religiosi (come visite guidate, incontri o progetti interculturali) mantengano finalità esclusivamente educative e culturali, e siano:
- progettate e realizzate collegialmente, nel rispetto della laicità della scuola;
- orientate alla conoscenza e al dialogo tra culture e religioni, non all’adesione a credenze particolari;
- comunicate alle famiglie con trasparenza, nell’ambito del PTOF e del Patto educativo di corresponsabilità, senza introdurre un consenso preventivo vincolante.
“La scuola – ha concluso Castellana – è e deve restare un luogo di cultura, confronto e libertà, non di sospetto o di controllo.
Difendere la laicità significa promuovere conoscenza e dialogo, non imporre nuovi adempimenti burocratici.”
Così in una nota la Federazione Gilda Unams Roma
21 ottobre 2025